Diritto & Internet

Interrogazione parlamentare sull'equo compenso

Mentre si attende il parere dell’Unione Europea sul ricorso di Altroconsumo, il decreto sul cosiddetto “equo compenso” torna di attualità in parlamento. L’ex ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri ha presentato un’interrogazione parlamentare per conoscere “quali misure il Ministro intenda concretamente adottare per evitare che gli inevitabili rincari ricadano sui consumatori finali, disincentivando, di conseguenza l’acquisto di prodotti ad alto contento tecnologico.”

Si tratta dei rincari previsti dal decreto ministeriale del 30 dicembre 2009 recante «determinazione della misura del compenso per copia privata»: un contributo obbligatorio allo Stato previsto sull’acquisto di qualsiasi dispositivo tecnologico nel quale sia possibile registrare musica o audiovisivi, dalla chiavetta USB al telefonino.

Le principali perplessità suscitate dal decreto riguardano il fatto che molti degli apparati tecnologici dotati di memoria vengano utilizzati per finalità di copia privata solo da una piccola percentuale dei consumatori, non essendo l’archiviazione di musica e video l’utilizzo principale di tali apparecchi.

La risposta (allegato 7) del Governo è stata affidata al sottosegretario Francesco Maria Giro che, senza rispondere direttamente alla questione posta dall’ex ministro, ha ribadito alcuni aspetti del decreto. L’On.Giro ha sottolineato come non si sia determinata alcuna nuova misura di compenso, ma si sia semplicemente esteso alle nuove tecnologie il diritto ad un compenso per gli autori e i produttori sulla riproduzione privata di musica e audiovisivi. Il sottosegretario ha poi ribadito che l’equo compenso non è una tassa incamerata dallo Stato, ma un corrispettivo che finisce a soggetti privati creatori di opere dell’ingegno “per il mancato acquisto dei supporti originali contenenti film e brani musicali“. In conclusione la risposta ha anche compreso un piccolo excursus sulla pirateria, facilitata dalle nuove tecnologie che “consentono al singolo utente privato la possibilità di violare le norme sul diritto d’autore.”

L’intervento dell’On.Giro non ha soddisfatto né l’ex ministro Giovanardi (pag.43) né quanti si aspettavano una risposta alle critiche al decreto, prima fra tutte quella dell’ingiustificato parallelo fra equo compenso per copia privata e pirateria, due aspetti che non sono logicamente implicati. Si sottolinea qui un’ulteriore perplessità: sui supporti tecnologici è anche possibile archiviare i supporti originali, come nel caso di un file regolarmente acquistato su iTunes di cui non sia mai stata fatta copia privata. In questo caso i cittadini si troveranno a pagare un doppio equo compenso.

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Direttore Scientifico
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Curatrice Editoriale
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