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Critiche ad Obama per la firma a distanza sul disegno di legge

obamasignIl 26 maggio 2011 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato “a distanza” un disegno di legge che prevedeva la proroga di tre disposizioni del cosiddetto Patriot Act. La notizia, ripresa dai giornali di tutto il mondo, è stata accolta con una certa perplessità. Pare che sia la prima volta che un presidente degli Stati Uniti firma un documento da convertire in legge non di proprio pugno.

Un portavoce della Casa Bianca ha spiegato che Obama, impegnato a Parigi nelle riunioni dell’ultima sessione del G8, avrebbe dato disposizioni telefoniche affinché la sua firma venisse apposta in calce al disegno di legge attraverso l’autopen, uno strumento meccanico in grado di riprodurre fedelmente una data firma autografa.

Lungi dall’essere l’ultimo ritrovato della tecnologia, l’autopen è stata brevettata nel 1803 e da oltre due secoli è usata da politici, manager e star dello spettacolo per apporre grandi quantità di firme automatizzate in calce a lettere, foto e materiale promozionale. Lo staff della Casa Bianca è solito utilizzare questo strumento per apporre la firma di Obama sull’oltre un milione di biglietti augurali natalizi inviati ogni anno.

L’utilizzo di un simile strumento per apporre la firma presidenziale su una legge del governo degli Stati Uniti ha quindi suscitato alcune polemiche. Un rappresentante repubblicano dello stato della Georgia ha scritto una lettera ad Obama chiedendo quali fossero le basi legali della sua iniziativa, dal momento che l’art. 1, sec. 7 della Costituzione americana prescrive che un disegno di legge debba “essere presentato al presidente degli Stati Uniti; se approva deve firmarlo.

Alcuni portavoci della Casa Bianca hanno ribadito che la decisione di usare l’autopen si è basata su un memorandum del 2005 dell’Ufficio di Consulenza Legale del Dipartimento di Giustizia secondo il quale “il presidente non ha bisogno di eseguire personalmente l’atto fisico di apporre la sua firma per firmare un disegno di legge”.

Molti commentatori critici si sono invece chiesti se autorizzare una simile procedura non equivalga ad autorizzare una delega della firma presidenziale a terze parti, siano esse macchine o esseri umani.

La maggiore perplessità riguarda tuttavia la possibilità che l’iniziativa di Obama segni l’inizio di una nuova consuetudine presidenziale, che potrebbe portare a vulnerabilità nella sicurezza nazionale.

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Direttore Scientifico
Prof. Avv. Giusella Finocchiaro
Curatrice Editoriale
Dott. Giulia Giapponesi

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