Diritto & Internet

Un unico Codice della pubblica amministrazione?

Su mandato del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, risulta che un gruppo di lavoro, composto da studiosi, ha redatto, sulla base di quanto previsto dal d.l. n. 2243 (in fase di approvazione) uno schema di “Codice della pubblica amministrazione”.

L’intento del nuovo Codice dovrebbe essere quello di riunire le principali disposizioni normative che ad oggi disciplinano l’attività della pubblica amministrazione.

Attraverso l’opera di raccolta di discipline, anche diversificate fra loro, quali il “Codice dell’amministrazione digitale” e l’“Ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, si intende raggiungere l’obiettivo di semplificare l’attuazione delle numerose norme di settore.

Questa iniziativa si inscrive all’interno di un fenomeno di produzione legislativa ormai ricorrente nel nostro ordinamento giuridico: basti pensare ai numerosi Codici di settore vigenti, tuttavia non esenti da rischi. Diverse, infatti, sono le esigenze che dovrebbero essere garantite.

La prima è di carattere sistematico e consiste nel garantire un coordinamento delle varie discipline, anche uniformando la terminologia utilizzata, al fine di evitare sovrapposizioni e disomogenee interpretazioni.

La seconda consiste nel garantire anche alle nuove disposizioni, che spesso provengono dal diritto comunitario, di essere inserite all’interno di un quadro sistematico per evitare ulteriori frammentazioni.

L’elaborazione di codici di settore è, dunque, una tecnica di produzione legislativa che suscita un notevole interesse, anche considerato l’impatto sulle tradizionali regole dell’interpretazione delle leggi, ma che deve essere condotta perseguendo specifiche finalità.

Quello del “Codice della pubblica amministrazione” potrebbe, d’altronde, essere l’occasione per revisionare le disposizioni, oggetto dell’operazione di raccolta, e correggere gli errori compiuti in precedenza dal legislatore.

Per ulteriori approfondimenti, si rinvia al testo del Codice, rispetto a cui è possibile, rispondendo ad uno questionario ad hoc, esprimere le proprie opinioni entro il 10 luglio 2011.

Annarita Ricci

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Curatrice Editoriale
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