Diritto & Internet

Appropriation art e plagio, nuovi interrogativi sul copyright

Molti quotidiani internazionali hanno riportato in questi giorni la notizia della sentenza di condanna per infrazione di copyright al pittore e fotografo statunitense Richard Prince.

L’artista, molto noto nel mondo dell’arte contemporanea, ha guadagnato fama internazionale grazie alle sue opere di “appropriation art“, lavori nei quali era solito riproporre opere di altri autori modificate con interventi personali.

Nonostante la nuova definizione, si tratta di una pratica da tempo conosciuta in ambito artistico. Solo nell’ultimo secolo, infatti, sono state prodotte una quantità di opere d’arte originali che in qualche modo inglobano o rielaborano immagini prodotte da terzi. Solo per citarne alcune ricordiamo i quadri delle latine di zuppa Campbell di Andy Warhol, e i collage di Picasso.

Da un punto di vista legale, negli Stati Uniti tale pratica aveva sempre goduto della protezione da accuse di plagio grazie alla dottrina del “fair use”, secondo cui le opere protette da copyright possono venire rielaborate liberamente purché il risultato finale della trasformazione rappresenti una nuova opera che possa arricchire culturalmente la società.

Le gallerie d’arte di tutto il mondo hanno quindi accolto con una grande sorpresa la decisione di un giudice di Manhattan che ha condannato per violazione del copyright Richard Prince accusato di aver indebitamente utilizzato alcune foto dell’artista francese Patrick Cariou  nelle sue note rielaborazioni.

Secondo il giudice, tuttavia, le immagini rielaborate di Prince, limitandosi ad aggiungere alcuni elementi grafici al lavoro del fotografo francese – peraltro sfruttato nella sua interezza – non costituirebbero un’opera d’arte con una fruizione differente rispetto alle intenzioni originarie per le quali era stata creata. In altre parole, la rielaborazione sarebbe troppo lieve per portare ad una trasformazione culturale apprezzabile. Sarebbe invece evidente il danno per  il mercato delle opere dell’artista francese, illecitamente usurpato dalle opere di Prince.

L’artista statunitense, che ha ricevuto il sostegno da parte delle principali gallerie di New York, oltre che dalla fondazione Andy Warhol, ha già avviato le pratiche per il ricorso in appello, la cui udienza è attesa per i prossimi mesi.

La vicenda di Prince ha portato molti commentatori del web a interrogarsi nuovamente sulla difficoltà di regolamentare la rielaborazione delle opere visuali nell’era digitale. A prescindere dall’esito del caso, infatti, molti stanno delineando uno scenario per l’arte simile a quello lamentato dall’industria musicale per le infrazioni di copyright.

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Una delle opere di Richard Prince che rielabora le fotografie dell'artista francese Patrick Cariou

Giulia Giapponesi

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Prof. Avv. Giusella Finocchiaro
Curatrice Editoriale
Dott. Giulia Giapponesi

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