Diritto & Internet

Acta, prime defezioni in Europa

acta_150pxL’Accordo Internazionale Anti-Contraffazione, firmato dai rappresentanti dell’Unione Europea lo scorso 26 gennaio, sta registrando le prime defezioni sul piano politico all’interno del Parlamento Europeo e tra alcuni governi nazionali.

Una recente discussione all’interno del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo ha portato a una dichiarazione da parte del suo presidente, Hannes Swoboda, che riporta una seria preoccupazione sul trattato:

Abbiamo bisogno di una cooperazione internazionale più forte, ma ci chiediamo se questo accordo sia la via migliore per attuarla, tanto più che paesi come la Cina o l’India non sono stati coinvolti. La nostra critica principale riguarda l’applicazione dei diritti d’autore su internet e controllo delle attività online. Il testo è troppo vago e abbiamo bisogno di chiarimenti circa il ruolo dei fornitori di servizi Internet prima chel’accordo possa essere attuato. Capiamo le preoccupazioni dei cittadini e delle parti interessate. Quindi dovremo organizzare una serie di tavole rotonde per discutere in dettaglio l’impatto di questo accordo e la sua compatibilità con il diritto europeo. Se il Parlamento può solo esprimersi con un sì o un no e il testo non può essere modificato, noi, come gruppo, non possiamo approvare l’accordo. “
La dichiarazione segue di qualche settimana le dimmissioni di Kader Arif, membro della Commissione sul commercio internazionale, dal ruolo di relatore europeo per l’ACTA. Lo stesso giorno della firma all’accordo, Arif ha annuniciato la sua rinuncia sul suo blog in un comunicato dal titolo “Non prenderò parte a questa mascherata” che contiene aspre critiche all’accordo:
“Come relatore del testo ho subito pressioni mai viste prima da parte della destra per accelerare i tempi in modo da finire prima che l’opinione pubblica fosse avvertita. […] Quest’accordo potrebbe avere conseguenze pesanti sulle vite dei cittadini, e tutto è stato fatto in modo tale da impedire al Parlamento Europeo di esprimersi sull’argomento”.
Nel frattempo anche sui fronti nazionali si sono levate le prime opposizioni politiche al trattato. In seguito alle manifestazioni dei cittadini contro l’adozione dell’ACTA il primo ministro polacco Donald Tusk ha recentemente annunciato l’intenzione di sospendere la procedura di ratificazione in Polonia per avviare una serie di incontri con le parti interessate e procedere ad un’analisi più dettagliata dell’accordo. Un’identica risoluzione è stata presa pochi giorni dopo dal primo ministro della Repubblica Ceca.
L’ultimo no alla ratificazione dell’ACTA sembra invece provenire dalla Germania. Secondo il Der Spiegel, il governo tedesco ha palesato l’intenzione di aspettare il voto del Parlamento Europeo prima di intraprendere una decisione autonoma sul trattato. La risoluzione sarebbe stata presa in seuguito al crescente movimento di protesta dei cittadini tedeschi contro l’ACTA.
Le proteste continuano a crescere comunque in tutti i paesi europei. Una manifestazione concertata in 200 città d’Europa è stata organizzata per sabato 11 febbraio.

Giulia Giapponesi

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