Diritto & Internet

Spotify accusata di violazione di copyright: chiesto un risarcimento di 1,6 miliardi di dollari

La società americana Wixen Music Publishing fa causa al colosso svedese dello streaming con l’accusa di pagare troppo poco di royalties ai suoi artisti.

Spotify, la società che offre ascolto illimitato di musica in streming in cambio di un abbonamento, è stata accusata di non corrispondere il compenso dovuto agli aventi diritto della Wixen Music Publishing, che gestisce i diritti di 10.784 canzoni di rockstar, compresi i successi di Tom Petty, dei Doors, di Carlos Santana e di Neil Young. La società discografica chiede a Spotify un risarcimento forfettario di 150mila dollari a canzone, per un totale di oltre 1,6 miliardi di dollari.

La società di Stoccolma non è nuova a questo genere di accuse. Già nel maggio 2017, dopo una lunga vicenda giudiziaria, Spotify aveva raggiunto un accordo in una class action capitanata dagli autori David Lowery e Melissa Ferrick, accettando di pagare agli autori 43 milioni di dollari in diritti in vista della prossima quotazione a Wall Street, prevista per quest’anno. A luglio 2016 due editori musicali di Nashville, Rob Gaudino e Bluewater Music, hanno avviato una causa legale depositando le stesse motivazioni.

Intanto Spotify ha presentato alla Sec i documenti per la Dpo, la quotazione diretta a Wall Street che dovrebbe avvenire entro il primo trimestre dell’anno. Spotify, leader mondiale nella musica in streaming, ha fatto recentemente sapere che ad oggi conta oltre 70 milioni di abbonati. Il suo valore societario è stata valutato  8,5 miliardi lo scorso anno, ma pare che la quota sia salita a circa 20 miliardi dopo il recente swap azionario con il colosso cinese Tencent.

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Direttore Scientifico
Prof. Avv. Giusella Finocchiaro
Curatrice Editoriale
Dott. Giulia Giapponesi

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